In occasione della visita in Villa Reale del Presidente Fini, una delegazione del comitato “la Villa Reale e’ anche mia” e’ stata ricevuta in privato dal Portavoce del Presidente, Fabrizio Alfano.
Il dott. Alfano ha posto specifiche e pertinenti domande in merito al bando di gara e si e’ detto disponibile a portare il problema a conoscenza del Presidente Fini.
Si e’ inoltre impegnato a indicare al comitato un possibile percorso per far pervenire al Presidente Napolitano l’appello sottoscritto da oltre 90 personalita’ del mondo della cultura.
Le adesioni pervenute negli ultimi giorni sono quelle di Dario Fo, Franca Rame, Ottavia Piccolo, Lucia Poli, Maria Luisa Busi, Gigi Ponti, Enrico Bertolino
Questo l'elenco completo, che ora annovera anche due premi Nobel:
Natalia Aspesi giornalista
Gae Aulenti architetto
Francesco Baccini cantante e compositore
Emanuela Baio parlamentare
Antonio Ballista musicista
Angelo Bellisario musicista, compositore
Marco Belpoliti scrittore, giornalista, docente di
sociologia della letteratura
Francesca Benedetti attrice
Maria Teresa Benedetti docente di storia dell’arte
Leonardo Benevolo storico di architettura e urbanista
Paolo Beni presidente nazionale Arci
Stefano Benni scrittore
Sonia Bergamasco attrice
Enrico Bertolino attore
Virginio Bettini docente Università IUAV Venezia
Cini Boeri architetto
Stefano Boeri architetto
Salvatore Borsellino coordinamento anti-mafia
Enrico Brambilla consigliere Regione Lombardia
Maria Luisa Busi giornalista rai
Susanna Camusso segretario generale CGIL
Gianni Canova preside facoltà relazioni pubbliche e pubblicità IULM
Silvia Carandini ordinario di Storia del teatro
Rodolfo Cattani segretario generale Forum
europeo della disabilità
Giulio Cavalli attore, consigliere Regione
Lombardia
Massimo Cesati direttore ARCA
Don Luigi Ciotti Presidente associazione
Libera contro le mafie
Giuseppe Civati consigliere Regione Lombardia
Gianni Confalonieri parlamentare
Lella Costa attrice
Chiara Cremonesi consigliere Regione Lombardia
Cristina Crippa attrice
Lucio Dalla cantante compositore
Nando Dalla Chiesa parlamentare
Enrico Deaglio giornalista, scrittore
Elio De Capitani attore, regista
Concita De Gregorio direttore l’Unità
Marco Dezzi Bardeschi ordinario di restauro architettonico
Gillo Dorfles critico d’arte, professore emerito
di estetica
Vittorio Emiliani giornalista e scrittore
Vittorio Fagone storico e critico d’arte
Enrico Farinone parlamentare
Agostino Ferrari pittore
Domenico Finiguerra sindaco Cassinetta di Lugagnano
Dario Fo commediografo, attore,
premio Nobel
Monica Frassoni presidente Verdi Europa
Massimiliano Fuksas architetto
don Andrea Gallo comunità San Benedetto al Porto
(Ge)
Jacopo Gardella architetto
Fabrizio Gifuni attore
Beppe Giulietti giornalista
Francesco Guccini cantante e compositore
Adele Guffanti co-fondatrice FAI
Margherita Hack professore emerito di astrofisica
Ugo La Pietra architetto, designer
Rita Levi Montalcini premio Nobel, Senatrice a vita
Enrico Letta parlamentare
Mario Lodi pedagogista e scrittore
Simona Marchini attrice
Giovanna Melandri parlamentare, già ministro Beni
Culturali
Andrea Mingardi compositore e cantante
Alessia Mosca parlamentare
Franco Oppini attore
Anty Pansera storica dell’architettura e dell’arte
Renzo Piano architetto
Ottavia Piccolo attrice
Sergio Piffari parlamentare
Giuliano Pisapia avvocato
Antonio Pizzinato presidente ANPI Lombardia
Lucia Poli attrice
Gigi Ponti consigliere provincia
Monza e Brianza
Massimo Prampolini docente di Linguistica Università
di Salerno
Fulco Pratesi fondatore WWF Italia
Franca Rame attrice, scrittrice
Adalberto Maria Riva musicista
Roberto Rufino presidente Intercultura
Claudio Santamaria attore
Renato Sarti regista e attore
Piero Scaramucci giornalista
Silvana Sinisi professore emerito di storia del
Teatro
Corrado Stajano scrittore
Bebo Storti attore
Cecilia Strada presidente Emergency
Gino Strada fondatore Emergency
Oliviero Toscani fotografo
Walter Veltroni parlamentare, già ministro Beni culturali
Niki Vendola governatore Regione Puglia
Enzo Venini già presidente WWF Italia
Massimo Venturi Ferriolo docente di Estetica
Maurizio Vitta storico del paesaggio
Lorna Windsor cantante lirica
Francesco Zaffuto sociologo
sabato 26 marzo 2011
venerdì 18 marzo 2011
L'ERBA DEL GOLF NON E' SEMPRE LA PIU' VERDE
Nei giorni scorsi sono iniziati in lavori di abbattimento delle piante e di parte della recinzione del golf confinante con quella dell’autodromo (v. fig. 1).
L’amministrazione monzese ha proclamato che “Il Parco diventa più grande. Il golf club ha restituito 580 metri quadrati di verde ai cittadini. Per creare un corridoio di soccorso per runner e ciclisti.” (sito ufficiale del comune di Monza www.comune.monza.it)”.
Inoltre il golf club sbandiera per l'occasione anche la propria attenzione per l'ambiente. E' sicuramente apprezzabile sapere che l'impianto ha ridotto i consumi idrici e l'uso di fungicidi. Più che censurabile è la modalità di gestione dei settori boschivi di questa parte di Parco. La questione è stata ribadita più volte, anche dai tecnici che hanno steso il Piano Forestale del Parco.
I boschi del golf sono ridotti a mere piantagioni. Nelle aree boscate è stato tolto quasi completamente il sottobosco, con gravi danni per questi ecosistemi: perdita di specie, perdita di biodiversità, annullamento di importanti cicli ecologici.
Per l'ennesima volta ci tocca ripetere l'invito rivolto all’amministrazione pubblica di esigere dalla direzione dell'impianto una seria e decisa inversione di rotta. I boschi abbiano finalmente degno volto. In tema di restituzione di aree ai cittadini, rimane sempre aperta la questione del Fontanile Pelucca, prezioso elemento paesaggistico, che dovrebbe ritornare alla collettività, come molti chiedono.
Nonostante le campagne promozionali e le aperture dell'impianto verso i normali fruitori del Parco, notiamo sempre come alla gente non interessi per niente di andare a vedere chi prende a mazzate una pallina. Anzi, qualche anno fa nel giro di poche settimane noi del Comitato Parco abbiamo raccolto oltre 5000 adesioni favorevoli all'allontanamento del golf dal Parco. Purtroppo cadute nel vuoto.
Nel concreto, il lavoro consiste nello spostamento della rete di recinzione, allargando banalmente uno sterrato: di verde, questa fascia di territorio ha ben poco.
580 m2 sono assai poca cosa, rispetto alle decine di ettari (1 ettaro = 10.000 m2) che golf e autodromo hanno in concessione. Nella fattispecie si tratterebbe dello 0.06% circa dell’area in concessione.
Ma quante piante sono state abbattute o lo saranno? Alcuni organi di informazione hanno scritto 53 (Il Cittadino), altri 600 (www.vorrei.org), altri ancora 700 (www.mi-lorenteggio.com/news/11299).
La dichiarazione del comune, dal sapore di “excusatio non petita (accusatio manifesta)”, ci ha indotti a verificare. Abbiamo così visto che in realtà non tutte le piante erano pericolanti o malate. Peraltro, se così fosse stato, la zona avrebbe potuto e dovuto essere recintata in precedenza per impedirne l’accesso, come ad esempio si è fatto nei Giardini della Villa. E la situazione doveva essere nota da tempo, visto che la stessa amministrazione dichiara che tali lavori erano inclusi nell’accordo di concessione del 2009.
Il sospetto è che in realtà l’operazione abbia come scopo non quello di mettere in sicurezza podisti e ciclisti, ma di permettere una via di esodo veicolare dall’autodromo all’esterno del Parco, raggiungendo la porta San Giorgio, senza dover transitare quindi né sul viale Cavriga, né su quello di Vedano, tradizionalmente affollati.
Infatti il nuovo percorso consente di evacuare dall’autodromo attraverso la porta San Giorgio.
L’amministrazione monzese ha proclamato che “Il Parco diventa più grande. Il golf club ha restituito 580 metri quadrati di verde ai cittadini. Per creare un corridoio di soccorso per runner e ciclisti.” (sito ufficiale del comune di Monza www.comune.monza.it)”.
Inoltre il golf club sbandiera per l'occasione anche la propria attenzione per l'ambiente. E' sicuramente apprezzabile sapere che l'impianto ha ridotto i consumi idrici e l'uso di fungicidi. Più che censurabile è la modalità di gestione dei settori boschivi di questa parte di Parco. La questione è stata ribadita più volte, anche dai tecnici che hanno steso il Piano Forestale del Parco.
I boschi del golf sono ridotti a mere piantagioni. Nelle aree boscate è stato tolto quasi completamente il sottobosco, con gravi danni per questi ecosistemi: perdita di specie, perdita di biodiversità, annullamento di importanti cicli ecologici.
Per l'ennesima volta ci tocca ripetere l'invito rivolto all’amministrazione pubblica di esigere dalla direzione dell'impianto una seria e decisa inversione di rotta. I boschi abbiano finalmente degno volto. In tema di restituzione di aree ai cittadini, rimane sempre aperta la questione del Fontanile Pelucca, prezioso elemento paesaggistico, che dovrebbe ritornare alla collettività, come molti chiedono.
Nonostante le campagne promozionali e le aperture dell'impianto verso i normali fruitori del Parco, notiamo sempre come alla gente non interessi per niente di andare a vedere chi prende a mazzate una pallina. Anzi, qualche anno fa nel giro di poche settimane noi del Comitato Parco abbiamo raccolto oltre 5000 adesioni favorevoli all'allontanamento del golf dal Parco. Purtroppo cadute nel vuoto.
Nel concreto, il lavoro consiste nello spostamento della rete di recinzione, allargando banalmente uno sterrato: di verde, questa fascia di territorio ha ben poco.
580 m2 sono assai poca cosa, rispetto alle decine di ettari (1 ettaro = 10.000 m2) che golf e autodromo hanno in concessione. Nella fattispecie si tratterebbe dello 0.06% circa dell’area in concessione.
Ma quante piante sono state abbattute o lo saranno? Alcuni organi di informazione hanno scritto 53 (Il Cittadino), altri 600 (www.vorrei.org), altri ancora 700 (www.mi-lorenteggio.com/news/11299).
La dichiarazione del comune, dal sapore di “excusatio non petita (accusatio manifesta)”, ci ha indotti a verificare. Abbiamo così visto che in realtà non tutte le piante erano pericolanti o malate. Peraltro, se così fosse stato, la zona avrebbe potuto e dovuto essere recintata in precedenza per impedirne l’accesso, come ad esempio si è fatto nei Giardini della Villa. E la situazione doveva essere nota da tempo, visto che la stessa amministrazione dichiara che tali lavori erano inclusi nell’accordo di concessione del 2009.
Il sospetto è che in realtà l’operazione abbia come scopo non quello di mettere in sicurezza podisti e ciclisti, ma di permettere una via di esodo veicolare dall’autodromo all’esterno del Parco, raggiungendo la porta San Giorgio, senza dover transitare quindi né sul viale Cavriga, né su quello di Vedano, tradizionalmente affollati.
Infatti il nuovo percorso consente di evacuare dall’autodromo attraverso la porta San Giorgio.
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