COMUNICATO
STAMPA DEL COMITATO PARCO A. CEDERNA
Primo punto: 90 anni di
autodromo nel Parco
Per il Parco l’insediamento dell’autodromo ha voluto
dire devastazione certa e lo aveva ben capito il direttore del Cittadino che
nell’editoriale del 9 marzo del 1922 titolava “L’agonia del Regio Parco” soffermandosi su cosa avrebbe comportato
questa presenza ingombrante nel grande Parco storico. Sin da subito i gestori si
sono rivelati contraenti inaffidabili e inadempienti e gli esempi storici
documentati sono molteplici.
Come Comitato per il Parco nel 96 abbiamo
pubblicato una parte dei documenti che testimoniano tale comportamento, che non
si è arrestato ma anzi è proseguito nel tempo, come attestano i molteplici casi
di interventi realizzati senza previa autorizzazione, sanati ex post o del
tutto abusivi: basti ricordare la tribuna Goodyear, che attualmente rende 370
euro a biglietto alla società. Tribuna periodicamente sequestrata e
dissequestrata.
Dall’altra parte, il Parco ha subito la
devastazione conseguente alla presenza di tifosi che fino a pochi anni fa, come
testimoniato dalle foto del 2007, si mostravano inconsapevoli del valore
storico e paesaggistico del Parco. Il grande lavoro pedagogico svolto da
diverse persone, tra cui le GEV e il Comitato Parco, ha consentito di contenere
questo impatto devastante. Se avessimo atteso che la Sias si muovesse in questa
direzione saremmo ancora qui a lamentare chiodi nei tronchi e abbattimento di
alberi. Lo stesso ragionamento vale anche per i parcheggi fuori dall’area in
concessione e per i campeggi nel Parco. Ora il piano parcheggi funziona perché
sono state individuate aree esterne al Parco e abbiamo ottenuto che non fossero
più consentiti parcheggi nei prati del Parco esterni alla concessione.
Siamo così riusciti a contenere i danni ma non
siamo ancora riusciti a ottenere che i gestori dell’autodromo si comportino in
maniera responsabile nei confronti del bene dato loro in concessione. Le recenti
inchieste della magistratura vedono coinvolti i gestori dell’autodromo per
false fatturazioni, corruzione e tangenti, contribuendo a dare della città
un’immagine non certo edificante.
Abbiamo dovuto costantemente segnalare alle
amministrazioni tentativi, anche riusciti, di edificazioni, asfaltature e
quant’altro che l’autodromo mette in atto sovente senza neppure darne
comunicazione agli enti proprietari, i
quali hanno troppo spesso privilegiato
la convinzione che l’autodromo fosse il fiore all’occhiello di Monza e portasse
un indotto significativo per la citta’. Su questo aspetto precisiamo che è dal
1994 che chiediamo alla Camera di Commercio di fare un’indagine seria con
l’Università per confermare o smentire le cifre roboanti che vengono lanciate e
che mancano di verifica. Per ridimensionare queste cifre basterebbe ricordare
che la dotazione alberghiera della città è rimasta tale da decine di anni e lo
stesso possiamo dire per i ristoranti; per quanto riguarda poi il commercio,
l’unione commercianti dovrebbe interpellare gli esercenti e chiedersi come mai
non si registra un picco delle vendite nei giorni del gp.
Il fatto che Monza sia conosciuta per l’autodromo
non é una cosa necessariamente positiva: Monza è una città di circa 120.000
abitanti, con una storia ultramillenaria, con monumenti di rilievo
internazionale eppure è conosciuta solo per l’autodromo. Monza non è un’agglomerato
urbano cresciuto intorno a un autodromo, come Silverstone; è una città che
storicamente ha una dignità e un rilievo indipendenti dall’autodromo ed è
vergognoso che non se ne sappia nulla nel mondo e persino in Italia, come non
si sa nulla del complesso Parco, Villa, Giardini che dovrebbero essere il vero
fiore all’occhiello, la cui salvaguardia dovrebbe essere l’obiettivo
prioritario.
Per questo non si può evitare di esercitare un
controllo ferreo sul rispetto delle convenzioni da parte dei concessionari, di qualsivoglia
concessionario.
Chiediamo dunque agli enti pubblici proprietari
del Parco di Monza di verificare, per qualsiasi insediamento o lavoro fatto dai
concessionari, che ci sia la comunicazione e la richiesta di autorizzazione. Sembra
una richiesta ovvia ma non lo è visto che ancora oggi lamentiamo risposte vaghe
su interventi e lavori che abbiamo segnalato.
La verifica pronta su eventuali lavori consentirà
di sanzionare abusi e permettere la rimozione in tempi ragionevoli delle
strutture comunicate come temporanee che tendono a diventare permanenti, come, eclatante
esempio, la già citata tribuna Goodyear.
Chiediamo espressamente agli enti proprietari del
Parco di contrastare, legalmente e politicamente, l’edificazione di un distributore di carburanti di qualsiasi natura in qualsiasi
area del Parco, recinto dell’autodromo incluso, visto che non si tratta di
un’area alienata al Parco, bensì di una porzione significativa del Parco.
Chiediamo alle amministrazioni di intensificare
l’opera di vigilanza nei confronti dei concessionari facendo ricorso al
prezioso supporto delle guardie ecologiche
volontarie. Al riguardo ci spiace segnalare che in agosto abbiamo ricevuto
numerose lamentele da parte di frequentatori del Parco in relazione a pesanti
carenze nella sorveglianza, con conseguenti comportamenti trasgressivi ai danni
dell’ambiente e delle persone, come ad esempio fuochi anche a terra, eccessiva
circolazione motorizzata, raccolta di rane nelle rogge, cani senza guinzaglio
con conseguente uccisione di animali.
È sufficiente puntualizzare che persino il Parco
Nord, che ha un’estensione decisamente inferiore a quella del Parco di
Monza, ha un servizio sorveglianza composto da oltre 120 guardie ecologiche
volontarie. La gestione e la manutenzione, inoltre, sono assicurate da venti
addetti fissi. (dati dal sito ufficiale del Parco Nord).
Chiediamo quindi qui ufficialmente alle
istituzioni di garantire sempre la manutenzione ordinaria del nostro Parco e di
organizzare un servizio di sorveglianza che possa coprire gli orari di
apertura, come avviene senza particolari difficoltà negli altri parchi
cittadini. Servizio a costo zero per l’amministrazione in quanto le guardie
ecologiche sono tutte volontarie e ora a
Monza rappresentano un nucleo piuttosto numeroso.
Secondo
punto: Non biglietti ma progetti
In merito alla questione dei biglietti gratuiti
per consiglieri e assessori diciamo solo che correttezza e trasparenza nei
rapporti amministrativi esigono che tra concedente e concessionario non ci
siano benevole elargizioni di nessun tipo, principio peraltro affermato anche dal
codice etico del comune di Monza di cui
è prevista la discussione in Consiglio comunale. Rendiamo merito ai consiglieri
comunali Fuggetta, Novi e Piffer, che hanno sollevato la questione.
Crediamo piuttosto che assessori e consiglieri
comunali si debbano occupare dei progetti volti a riqualificare le valenze
storiche, artistiche e culturali della Villa, dei Giardini e del Parco Reale
che giacciono da tempo inattuati e che, come Comitato per il Parco, abbiamo
continuato a far presente.
In questa occasione faremo riferimento solo ad
alcuni di questi progetti che riteniamo indifferibili, alcuni dei quali
previsti dalla L.R. 40/95, che e’
stato l’unico intervento organico e serio di salvaguardia di quello che il
regolamento del Parco e dei Giardini definisce: “un bene prezioso da migliorare, salvaguardare, per le presenti e future
generazioni”.
Il museo di botanica di Villa Mirabellino finanziato negli anni 90 e poi dimenticato come
il complesso monumentale che dovrebbe ospitarlo che celebra il primo
quindicennio di totale abbandono.
L’abbattimento delle curve sopraelevate, ormai fatiscenti e pericolose, previsto da
diversi strumenti urbanistici e che consentirebbe di recuperare ca. 60 ettari
di verde pubblico, ripristinare i
cannocchiali prospettici del Canonica e i corridoi ecologici.
Lo scorporo del fontanile della Pelucca dalla convenzione con il Golf
Club Milano, per l’alto valore storico, didattico e ambientale che riveste.
L’abbattimento delle recinzioni del golf – che
contribuiscono a fare del nostro Parco il parco più recintato d’Italia - e la
loro sostituzione con essenze arboree, consentendo altresì il passaggio del pubblico
entro percorsi definiti, come avviene nei moderni golf pubblici. Continuiamo,
infatti, a ritenere vergognoso che 103 ettari di Parco siano a disposizione di sole
700 persone per un canone d’affitto irrisorio.
Sia per la concessione del golf (durata 14 anni,
scad. 2022) che per la concessione dell’autodromo
(durata 19 anni, scad. 2027) chiediamo che venga rinegoziata la durata,
riducendo drasticamente i termini in accordo con quanto previsto dalla
legislazione sugli appalti e sulle concessioni, che indicano come limite
massimo, per i beni pubblici, 9 anni.
Il Comune di Monza tuttora non ha un piano di zonizzazione acustica che pure era
stato discusso in commissione ambiente nel lontano 2005. Chiediamo che si ponga
mano al vuoto amministrativo in contemporanea al discorso sul pgt per rimediare
a quella che è una inadempienza inaccettabile.
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