Gentili sostenitori della Villa Reale di Monza,
In data 29 novembre, sollecitata da mesi a dare spiegazioni circa il destino della Villa Reale, la società Infrastrutture Lombarde Spa (della Regione Lombardia) – che ha emesso il bando di concorso comprensivo delle destinazioni d'uso – ha presentato delle diapositive atte a chiarire cosa vogliono fare della Villa Reale di Monza.
Alleghiamo la copia della presentazione , così che anche Voi possiate valutare quanto Vi abbiamo detto:
La Villa Reale sarà ceduta al privato vincitore e destinata ad attività commerciali, alta ristorazione,spazi espositivi, (il privato che vincerà il bando deciderà come usarli, magari facendo la mostra di se stesso....) alle seguenti condizioni:
- 30.000 euro di affitto all'anno : loro indicano 1.4 ML perchè moltiplicano il canone per gli anni di concessione 30.000x30anni=900.000 e aggiungono 500.000 euro che sarebbe lo 0,5% del fatturato (non si capisce come fanno a saperlo prima, ma se seguiamo questo parametro significa che prevedono un fatturato per il privato di 3.8 ml di euro all'anno)
- a fronte di un esborso privato di : 6.7 ML di euro ( incluso il 20% di IVA che il privato recupera)
- e di un esborso pubblico di 20.5 ML di euro
E' vergognoso come l'amministratore di Infrastrutture Lombarde Rognoni, Il delegato alla Villa Reale della Regione Lombardia Magnano, Il Presidente del Consorzio nostro sindaco Mariani e il direttore del Consorzio Petraroia, si siano prodigati nel dire che la Villa Reale sarà pubblica: certamente i negozi e il ristorante non possono vivere senza i clienti!!!!!
Teniamo a sottolineare che il nostro sindaco non si vergogna di vantarsi di dire che questa soluzione non procurerà esborsi alla cittadinanza monzese.
Sono, dunque, evidenti gravi irregolarità e irresponsabilità circa la destinazione d’uso, la valorizzazione storica, la salvaguardia della conservazione del monumento, che contrastano con le leggi che la Sopraintendenza e il Ministero dei Beni Culturali, che fanno finta di non vedere, dovrebbero rispettare e applicare. Per questo
Vi chiediamo di inviare il testo sotto e di chiedere ai Vostri amici di fare altrettanto
con lo scopo di aumentare ancora la nostra pressione
La Sopraintendenza e il Ministero dei Beni Culturali non possono far finta di niente a fronte di tante mail che riceveranno (sono 10.000 le firme raccolte). Forse pensano di intervenire a lavori iniziati, ma particolarmente nel caso della Villa Reale di Monza, quando entrerà una ruspa non si potrà più tornare indietro.
Grazie del Vostro Aiuto!
il gruppo "la Villa Reale è anche mia!
---------- testo della mail ----------
Gentile Soprintendente Dott. Alberto Artioli,
sbap-mi@beniculturali.it,
e p.c. Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale –
Ministero dei beni culturali
dg-val.s1@beniculturali.it,
OGGETTO: VILLA REALE DI MONZA - SPAZI COMMERCIALI AI PRIVATI?
Buongiorno, seguo da tempo la situazione preoccupante che riguarda la Villa Reale di Monza.
Sebbene possa comprendere la necessità di accedere a un intervento di tipo privato nella gestione della Villa Reale, abbandonata già da decenni ad un tragico destino, si dice per mancanza di fondi, non comprendo invece come possano mancare i fondi per intervenire su un tale bene storico, paesaggistico e culturale, da parte della Regione e di uno dei comuni più ricchi d’Italia.
Esprimo tuttavia perplessità nel valutare i requisiti richiesti dal bando indetto da Infrastrutture Lombarde S.p.A. che, come da documentazione e capitolato, propone uno stralcio del progetto vincitore del concorso internazionale (c.d. progetto “Carbonara” ).
Desta molta preoccupazione sia la previsione di avere all'interno della Villa Reale spazi destinati ad attività commerciali - chiamati sul bando "box", lasciando quindi intendere una sorta di piccoli locali ritagliati all'interno dei grandi saloni - che di destinare un intero piano, il Belvedere, alla "alta" ristorazione - destinazione che chiaramente richiede infrastrutture invasive.
A parte la sproporzione fra superficie destinata ad attività commerciali rispetto a quelle genericamente dette istituzionali, mi chiedo se questo progetto garantisca la tutela della conservazione e valorizzazione culturale del monumento e se questo uso sia compatibile con il suo carattere storico e culturale.
Sottolineo, inoltre, che la necessaria garanzia di utilizzo pubblico sarebbe garantita dal fatto che ristorante e negozi sono fruibili dal pubblico. Ciò, più che un’apertura al pubblico, sarebbe meglio definibile come una mera necessità per il successo dell'attività economica del futuro concessionario, il quale avrà peraltro in gestione una superficie di circa 9.000 mq per 30.000 euro all'anno di affitto, per 30 anni, a fronte di un intervento di 5 milioni di euro, mentre l’ investimento pubblico sarà di 19 milioni.
Come si può vincolare un tale bene storico e culturale in questo modo e per 30 anni?
Ho la convinzione che voi, quali garanti istituzionali della tutela del patrimonio storico e culturale, sappiate spiegarmi cosa non mi riesce di comprendere o forse ho erroneamente inteso.
Ringraziando in anticipo per la vostra attenzione, saluto cordialmente
Nome, cognome
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