lunedì 28 settembre 2015

PERCHE’ NON E’ UN BUON AFFARE INVESTIRE SOLDI PUBBLICI NELL’AUTODROMO: FACCIAMO DUE CONTI.



Sappiamo tutti che il Presidente Maroni ha confermato un investimento pubblico di 21 milioni di euro da parte della Regione – soldi nostri – per il cosiddetto salvataggio del GP di F1 a Monza, facendosi forte di 40.000 firme a sostegno. Al di là di ogni considerazione circa lo spazio di visibilità di cui ha potuto godere tale iniziativa con la presenza a EXPO e la sponsorizzazione di Regione Lombardia, una precisazione preliminare circa la modalità di raccolta è doverosa:è sufficiente recarsi allo spazio Regione – e invitiamo i giornalisti a farlo – per sincerarsi della poca informazione che l'accompagna: il volantino che pubblicizza la raccolta di firme non dice che si tratta di fondi pubblici versati per sostenere la Sias S.p.A., un'emanazione dell'ACI – tuttora compresa nell'elenco degli enti inutili che, secondo la spending review di Cottarelli, dovrebbero essere sciolti – che opera in un settore in grave crisi come quello delle competizioni automobilistiche, versa in cattive acque e non vede a tutt'oggi un piano strategico di sviluppo. Ulteriore nota a margine: le firme vengono raccolte separatamente in un libro, quando, invece, una raccolta di firme, per avere legittimità, esige che il testo della petizione sia riportato su ogni foglio che contiene le firme proprio per rendere trasparente la manifestazione della volontà di chi aderisce.
Sorvolando su questi aspetti secondari, preferiamo soffermarci sulle considerazioni sostanziali che ci inducono a ritenere che investire soldi pubblici nell'autodromo non sia un buon affare, stante l'assenza di  garanzie a fronte di un investimento pubblico di tale portata.

Ricapitolando, l’operazione prevede la cessione a titolo non oneroso di una quota di Parco da parte degli attuali proprietari, Monza e Milano. Si parla di circa un terzo, pari all’area occupata dalle strutture dell’autodromo, ovvero 140 ettari.

INVITIAMO, ESORTIAMO I SINDACI DI MONZA E MILANO A NON CEDERE ALCUNA QUOTA ALLA REGIONE.

Tenendo presente che la sola riqualificazione dell’autodromo, in base a progetti riportati dalla stampa, richiederebbe ben 70 milioni di euro, come si pensa di recuperare tutti i milioni mancanti?
Questi  fondi pubblici, nostri,  serviranno anche per le modifiche al circuito in modo da potere di nuovo ospitare le superbike. Il progetto del differente tracciato stradale, che prevede un cospicuo numero di alberi da abbattere, è già sul tavolo della Soprintendenza e del Parco della Valle del Lambro, che dovranno rilasciare la loro autorizzazione.

CHIEDIAMO ALLA SOPRINTENDENZA E AL PARCO VALLE LAMBRO DI NON CONCEDERE ALCUNA AUTORIZZAZIONE ALL’ABBATTIMENTO DI ALBERI. I DANNI AL PARCO SI SUSSEGUONO INCESSANTI DA DECENNI E NON RISOLVONO ALCUN PROBLEMA, MENTRE DEPAUPERANO SEMPRE PIÙ IL PATRIMONIO ARBOREO E STORICO CHE QUESTI ENTI SAREBBERO INVECE TENUTI A TUTELARE.

Inoltre, ci sembra doveroso esprimere forti perplessità su una operazione che sembrerebbe interamente a carico del pubblico, quando si chiedono in continuazione grandi sacrifici alla collettività. Citiamo, ad esempio, il recente aumento - in alcuni casi fino all’80% -  delle rette degli asili nido (anche a Monza) e i pesanti tagli alla sanità effettuati da Regione Lombardia.

COLUI CHE DECIDE LA FORMULA UNO, IL SIG. ECCLESTONE, HA PRESENTATO UN CONTO DI 25 MILIONI DI DOLLARI (22.6 MILIONI DI EURO) PER MANTENERE A MONZA IL GP.
Bisogna però considerare che negli ultimi anni i guadagni della formula uno si sono molto ridotti. Lo scorso anno, infatti, l’incasso complessivo della manifestazione è stato di 21,7 milioni di euro,  il 10% in meno rispetto al 2013 (23,6 milioni) ma pur sempre il 76% del fatturato complessivo della Sias: i costi diretti della manifestazione sono lievitati dai 16,7 milioni del 2013 a 17,3 con un risultato netto del Gran premio d’Italia (tenendo conto dei soli costi diretti di organizzazione dell’evento e senza considerare le spese generali) di 4,3 milioni di euro (rispetto ai 6,9 dell’anno precedente).

CI DICONO CHE IL GP PORTA 24.6 MILIONI DI EURO COME INDOTTO A MONZA,  peraltro in rilevante decrescita di oltre 2 milioni rispetto alla stima relativa all'anno precedente.
L’unico studio reperibile in proposito  è un’analisi che la Camera di Commercio di Monza fornisce ogni anno; si tratta di semplici valutazioni, in un’ottica previsionale, senza alcuna elaborazione dei dati a consuntivo: in pratica la Camera di Commercio prevede che i commercianti, i ristoratori, gli albergatori etc. di Monza e dintorni incasseranno diversi milioni, MA NON HANNO MAI FORNITO, A FINE MANIFESTAZIONE, I DATI REALI SU QUANTO HANNO EFFETTIVAMENTE INCASSATO. PERCHÉ NON VENGONO RESE PUBBLICHE CIFRE PRECISE, COME CHIEDIAMO DA ALMENO VENT'ANNI?

CI DICONO CHE IL GRAN PREMIO DI MONZA SIA UN VANTO PER LA CITTÀ, ma non possiamo dimenticare il danno d'immagine conseguente alle vicende giudiziarie della dirigenza della Sias, in carica fino allo scorso anno, che è sotto processo per reati come peculato, false fatturazioni, appropriazione indebita, corruzione, evasione fiscale, usura, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e taglio non autorizzato di alberi. La mala gestione di decenni dell’autodromo ha avuto una ricaduta negativa certa sulla fama della città a livello mondiale.

MA PARLIAMO DI SOLDI E ANALIZZIAMO SOMMARIAMENTE IN CHE TIPO DI IMPRESA LA REGIONE STA FACENDO CONFLUIRE I SOLDI DEI CITTADINI. (I dati sono stati riportati in un articolo di stampa su http://www.infonodo.org/node/41696)
Vediamo alcuni dettagli:

- durata dell’ipotetico contratto 4 anni (2017 al 2020) con un importo annuale di 25 milioni di $ (22.6 milioni di euro) + 8 milioni $ (per mancato incasso da parte Sias della compensazione pubblicità mancata), che sommano a più di 30 milioni di € l'anno; oltre a questo esborso e mancato ricavo:
-        Sias deve rifondere, ad oggi, i seguenti debiti con banche e fornitori: 2,27 milioni di € alle banche + 8,4 milioni verso fornitori;
-        poi c'è la spesa di 7 milioni di € per migliorie al circuito, ma non è ancora noto il progetto completo di varianti all'infrastruttura che con la precedente amministrazione Sias era stato valutato intorno a 70 milioni di €;
-        poi ci sarà il mancato introito dalla gestione del Paddock Club che ora passa ad Ecclestone: quindi altri 3 milioni di € in meno sugli incassi annuali;

Inoltre:
-        Sias deve alla Agenzia delle Entrate almeno 2,5 milioni di € per i biglietti falsi del triennio 2007-2009;
-        deve    al Comune di Monza circa 894 mila € per IMU/ICI mancati nel periodo 2009-2013;
-        deve al Comune di Monza 50 mila € per il ritardo nelle opere di restauro delle soprelevate.
Mediamente i ricavi annuali di Sias sono stati circa 32,5 milioni di € e costi di circa 31, 2 milioni di € (quindi con utili, quando va bene, intorno a 1,3 milioni di €).
Se il ricavo diminuisce di 8 milioni e i costi aumentano di 11,6 milioni il conto economico di Sias presenterebbe una perdita di 18,5 milioni (ricavi 24,5 meno costi 42,8) di €, senza tenere conto dei debiti verso Banche, Fisco, Fornitori, Comune di Monza, ecc.
La situazione di SIAS si fa economicamente e finanziariamente sempre più pesante. Chi paga? 

CI CHIEDIAMO ANCORA UNA VOLTA SE SIA LECITO FAR RICADERE QUESTE PERDITE SULLA COLLETTIVITÀ. PERDITE CHE VEROSIMILMENTE PROSEGUIRANNO ANCHE IN FUTURO IN PRESENZA DI UN CONTESTO COMPETITIVO MOLTO DIFFICILE – NON SOLO A LIVELLO INTERNAZIONALE, MA ANCHE NAZIONALE, VISTO IL PROLIFERARE DI CIRCUITI CHE SI CANDIDANO AD AVERE LA FORMULA 1– E DI SPESE DI GESTIONE DEL CIRCUITO SEMPRE PIÙ INGENTI.

CHIEDIAMO ALLORA AI CITTADINI SE PENSANO CHE SIA UN BUON AFFARE INVESTIRE I LORO SOLDI IN QUESTA IMPRESA.
Se pensano  che la Regione stia sottraendo una cifra esorbitante dalle loro tasche per operazioni quanto meno azzardate anche sotto il profilo prettamente economico, e che avranno ripercussioni devastanti certe sul Parco, li invitiamo a unirsi all’appello che intendiamo inviare ai sindaci di Monza e Milano, al Consorzio, alla Regione, alla Soprintendenza e al Parco Valle Lambro.

CHIEDIAMO AL PUBBLICO di mandare all’ indirizzo parcomonzainfo@gmail.com
una semplice e-mail con questa frase, o simile, sempre educata:
Non concordo sulla cessione di una quota del Parco di Monza alla Regione con conseguenti cospicui finanziamenti pubblici all’autodromo. Dopo i recenti ingenti tagli alla spesa pubblica effettuati dalla Regione, indignato/a, chiedo che si eviti ogni finanziamento pubblico, palese od occulto, finalizzato alla gestione, alla riqualificazione e/o al cosiddetto salvataggio dell’autodromo.
Chiedo inoltre alla Soprintendenza e al Presidente del Parco Valle Lambro di non concedere alcuna autorizzazione al taglio di alberi.
Nome, Cognome, città.
Grazie.

COMITATO PER IL PARCO A. CEDERNA
Via Raiberti 5, 20052 Monza MI – tel 039 382147 www.parcomonza.org - email: parcomonzainfo@gmail.com

giovedì 3 settembre 2015

CIAO MARIAGRAZIA







La nostra Mariagrazia ci ha lasciati lunedi 31 agosto.
Il suo impegno nel lavoro, per l'ambiente come GEV onoraria del Parco Valle Lambro e come attivista del Comitato Parco, nella famiglia e anche per gli animali - qui la vediamo con l'ultimo cane da lei salvato - lasceranno un ricordo indelebile.
La ricorderemo venerdi 4 settembre alle 18:30 al circolino di viale Liberta'.



venerdì 28 agosto 2015

SCOPERTO NEL PARCO DI MONZA UN DINOSAURO,ANCORA VIVO.




SCOPERTO NEL PARCO DI MONZA UN DINOSAURO,ANCORA VIVO.
DALL’ASFALTO DILAGANTE DELL’AUTODROMO E’ NATO UN SAUROPODE NON ANCORA CENSITO DAI PALEONTOLOGI.
E’ STATO CHIAMATO AUTODROMOSAURO.
SAPPIAMO CHE SI NUTRE DI ALBERI PER CRESCERE ED ESPANDERSI E, ULTIMAMENTE, ANCHE DELLE RISORSE CHE GLI UMANI DOVREBBERO DESTINARE ALLE LORO NECESSITA’ PRIMARIE, COME LA SANITA’, I TRASPORTI, LA SCUOLA.
segue
ECCO QUELLO CHE NON TI DICONO CIRCA IL COSIDDETTO SALVATAGGIO DEL GRAN PREMIO DI FORMULA UNO A MONZA

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA HA CONFERMATO UN INVESTIMENTO DI 21 MILIONI DI EURO – DENARO PUBBLICO, QUINDI NOSTRO – PER SALVARE IL GRAN PREMIO DI F1 A MONZA.
E’ tuttavia opportuno esprimere alcune considerazioni, visto che in questo caso – strano caso di privatizzazione alla rovescia – sara’ il pubblico a investire. Quali sono dunque le garanzie?

L’OPERAZIONE PREVEDE LA CESSIONE A TITOLO NON ONEROSO DI UNA QUOTA DI PARCO DA PARTE DEGLI ATTUALI PROPRIETARI, MONZA E MILANO
Si suppone circa un terzo, pari all’area occupata dalle strutture dell’autodromo, ovvero 140 ettari.

COSI’ FACENDO LA REGIONE POTREBBE INVESTIRE NELL’AUTODROMO.
Tenendo presente che la sola riqualificazione dell’autodromo, in base a progetti riportati dalla stampa, richiederebbe ben 70 milioni di euro, come si pensa di recuperare tutti i milioni mancanti?

BISOGNA TENERE PRESENTE ANCHE CHE LA REGIONE HA RECENTEMENTE EFFETTUATO PESANTI TAGLI ALLA SANITA’.
Ci sembra doveroso esprimere forti perplessita’ su questa operazione che sembrerebbe interamente a carico del pubblico, quando si chiedono in continuazione grandi sacrifici alla collettivita’. Citiamo ad esempio anche il recente aumento - in alcuni casi fino all’80% -  delle rette degli asili nido.

COLUI CHE DECIDE LA FORMULA UNO, IL SIG. ECCLESTONE, HA PRESENTATO UN CONTO DI 25 MILIONI DI DOLLARI (22.6 MILIONI DI EURO) PER MANTENERE A MONZA IL GP.
Bisogna pero’ considerare che negli ultimi anni i guadagni della formula uno si sono molto ridotti. Lo scorso anno, infatti, l’incasso complessivo della manifestazione è stato di 21,7 milioni di euro,  il 10% in meno rispetto al 2013 (23,6 milioni) ma pur sempre il 76% del fatturato complessivo della Sias: i costi diretti della manifestazione sono lievitati dai 16,7 milioni del 2013 a 17,3 con un risultato netto del Gran premio d’Italia (tenendo conto dei soli costi diretti di organizzazione dell’evento e senza considerare le spese generali) di 4,3 milioni di euro (rispetto ai 6,9 dell’anno precedente).

CI DICONO CHE IL GP PORTA 28.5 MILIONI DI EURO COME INDOTTO A MONZA
L’unico studio reperibile e’ un’analisi che la Camera di Commercio di Monza fornisce ogni anno: si tratta di semplici stime, in un’ottica previsionale, senza alcuna elaborazione dei dati a consuntivo. Se cosi’ fosse perché non vengono fornite cifre precise attraverso studi trasparenti e affidabili ?

CI DICONO CHE IL GRAN PREMIO DI MONZA SIA UN VANTO PER LA CITTA’.
Non dimentichiamoci che la dirigenza della Sias, in carica fino allo scorso anno, è sotto processo per reati come peculato, false fatturazioni, appropriazione indebita, corruzione, evasione fiscale, usura, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e taglio non autorizzato di alberi.
La mala gestione di decenni dell’autodromo non puo’ ora ricadere sulla collettivita’.

TI PIACE IL NOSTRO GRANDE PARCO? PENSI CHE L’AUTODROMO SIA COMPATIBILE CON IL SUO CONTESTO ?
Ebbene, gli interventi di riqualificazione dell’autodromo -  inclusi quelli relativi al progetto della Sias per potere nuovamente ospitare le gare di superbike – prevedono ancora nuovi sacrifici di verde, citando il progettista. Sei d’accordo ?

CARO CITTADINO, PENSI CHE SIA UN BUON AFFARE INVESTIRE I TUOI SOLDI IN QUESTO MODO?
Se pensi che la Regione stia sottraendo una cifra esorbitante dalle tue tasche per operazioni quanto meno azzardate, operazioni che avranno anche una ripercussione negativa sul Parco, ti invitiamo a unirti all’appello che, con il tuo aiuto, intendiamo inviare ai sindaci di Monza e Milano, al Consorzio, alla Regione, alla Soprintendenza e al Parco Valle Lambro.
Manda all’indirizzo parcomonzainfo@gmail.com una semplice e-mail con questa frase, o simile, sempre educata:
Non concordo sulla cessione di una quota del Parco di Monza alla Regione con conseguenti ingenti finanziamenti pubblici all’autodromo. Dopo i recenti ingenti tagli alla spesa pubblica effettuati dalla Regione, indignato/a, chiedo che si eviti ogni finanziamento pubblico, palese od occulto, finalizzato alla gestione, alla riqualificazione e/o al cosiddetto salvataggio dell’autodromo. Nome, Cognome, citta’.
Grazie.

COMITATO PER IL PARCO A. CEDERNA
ia Raiberti 5, 20052 Monza MI – tel 039 382147 www.parcomonza.org - email: parcomonzainfo@gmail.com

martedì 23 giugno 2015

GRANDI CONCERTI NEI GIARDINI DELLA VILLA REALE? NON E' POSSIBILE !



Come tutti sanno, i grandi concerti hanno spesso conseguenze gravi per le persone e i luoghi.
Il Parco e la Villa non sono adatti ad ospitare questi grandi eventi.
Se concordate, mandate una breve nota, educata, al Presidente e al Direttore del Consorzio, oppure copiate e incollate il messaggio sotto riportato, indirizzandolo a:



Buongiorno Signori,
sono costernato/a nell'apprendere che i prossimi 11 e 12 settembre i Giardini della Villa Reale saranno teatro di un evento, gli MTV digital days, http://www.monzatoday.it/eventi/mtv-digital-days-reggia-11-12-settembre.html,  assolutamente non idoneo a quel delicato contesto.
Citiamo, a scopo esemplificafivo ma non certo esaustivo, il recente concerto di Manu Chao che ha avuto come conseguenza incidenti gravissimi ad alcuni spettatori. (Giornale di Monza del 23.6.15).
Mi auguro vivamente che,  per l'autorità da voi esercitata, possiate opporvi a questo scempio e dirottare altrove questo festival, che potrà senz'altro svolgersi in luoghi più adatti.
Vi ringrazio per l'attenzione e porgo i miei saluti.
nome, cognome, citta’



domenica 19 aprile 2015

ASUS ELECTRIC RUN NEL PARCO ? MEGLIO NO, GRAZIE




Siamo davvero stupefatti che il sindaco di Monza, nonché presidente del Consorzio che dovrebbe tutelare e valorizzare il Parco di Monza, non solo abbia autorizzato l' Asus Electric Run – una manifestazione in netto contrasto con il regolamento del Parco –  ma addirittura, a quanto riportano i giornali, se ne faccia acceso sostenitore.
L'impressione netta è che il Parco sia sempre più considerato un contenitore vuoto che si possa riempire delle manifestazioni più disparate, anziché un luogo pieno di storia e di vita, che può senz'altro accogliere eventi organizzati, che siano però compatibili con il rispetto della flora, della fauna e dell'intero contesto.
Leggiamo che nell'evento saranno diffusi luci e rumori idonei ad una discoteca e non ad un parco storico. 

Ci chiediamo quindi come sia possibile che il Primo Cittadino, da cui spereremmo di avere una smentita e un pronunciamento fermo contro un uso assolutamente improprio e svilente del Parco, non si sia opposto alla collocazione di questo evento nel Parco di Monza.
Tra l'altro abbiamo saputo che il costo per partecipare sarà : 34 € da 1001 a 5000 partecipanti e 37€ da 5001 in su. Chiediamo al Presidente e al Direttore del Consorzio:

> chi intascherà i proventi?

> come pensano di garantire la sicurezza del Parco e degli stessi partecipanti visto che si parla di centinaia e centinaia di persone?

> perché non c'è nessuna informazione chiara sul sito del Consorzio riguardo a questa iniziativa?

CHE VANTAGGIO NE TRARRÀ IL PARCO CHE I SUDDETTI DOVREBBERO TUTELARE PER DOVERE ISTITUZIONALE?

Comitato per il Parco A. Cederna

domenica 12 aprile 2015

MODIFICHE AL CIRCUITO DELL’AUTODROMO DI MONZA E ABBATTIMENTI DI ALBERI








Lettera aperta a:

Sindaco di Monza
Sindaco di Milano
Presidente Parco Regionale Valle del Lambro
Presidente Regione Lombardia
Ministero delle Infrastrutture
Ministero dei Beni e delle Attivita’ Culturali e del Turismo

Buongiorno Signori, 

da notizie di stampa abbiamo appreso che il progetto della Sias per potere nuovamente ospitare le gare di superbike prevede sacrificio di verde, citando il progettista. Ai sacrifici per le gare motociclistiche si aggiungerebbero ulteriori abbattimenti per le gare di formula uno, il cui contratto e’ in scadenza.

Nei decenni, a partire dalla costruzione dell’autodromo nel Parco su di un’area che ricopre oltre un terzo dell’intera sua superficie, si sono susseguiti tali e tanti sacrifici di verde da snaturare  il disegno originario dell’architetto Canonica. La rassicurazione del progettista sul fatto che gli alberi verrebbero ripiantumati in altra sede non ha fondamento: alberi di tali dimensioni ben difficilmente potranno attecchire una volta eradicati. Gli interventi passati lo dimostrano.

Chiediamo fermamente alle Istituzioni coinvolte di non autorizzare alcun abbattimento di alberi, in un’ottica di tutela di un Parco che la storia ha consegnato al Paese e ai suoi governanti affinche’ fosse salvaguardato per le future generazioni.

Ricordiamo alle Autorita’ che gli alberi del Parco di Monza sono parte di un patrimonio storico tutelato dal Testo Unico dei Beni Culturali. L’esperienza insegna che i sacrifici del patrimonio arboreo che si sono susseguiti nel tempo non sono mai stati definitivi e risolutori, al contrario si sono riprodotti senza soluzione di continuita’.  Le immagini di alberi abbattuti diffuse dai mezzi di comunicazione hanno sempre suscitato profonda indignazione e contrarieta’ nell’opinione pubblica.

Con l’occasione, il Comitato Parco rilancia la petizione:  
che chiede agli Enti coinvolti di evitare spreco di denaro pubblico a favore di un’azienda privata, denaro che, finanziando gli interventi di ristrutturazione e modifica del circuito, causerebbe anche un ulteriore gravissimo danno al patrimonio culturale, paesaggistico e naturalistico del Parco.

sabato 14 febbraio 2015

CONTRO FINANZIAMENTI PUBBLICI ALL'AUTODROMO - articolo di "Salviamo il Paesaggio"



Articolo del 13.2.15 su:

FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI
PER LA TERRA E IL PAESAGGIO


IL TAR RESPINGE IL RICORSO PRESENTATO LA LEGAMBIENTE CONTRO IL BANDO VILLA REALE



COMUNICATO STAMPA SUL RIGETTO DEL RICORSO DI LEGAMBIENTE DA PARTE DEL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
La sentenza perviene a distanza di quasi un anno dalla fissazione della prima udienza.  La Villa reale nel frattempo è stata proclamata sede dell'Expo che è ormai imminente. Consideriamo che una pronunzia di annullamento avrebbe comportato conseguenze e ripercussioni gravi sull'Expo medesimo.
la sentenza nulla ha disposto su alcune questioni fondamentali: ciò in quanto la ricorrente non avrebbe sul punto “interesse ad agire”. Ci chiediamo chi allora  deve valutare (giudice penale o Corte dei conti ) le seguenti questioni e ad opera di chi ( visto che solo il comitato  si è mosso):
-le irregolarità del bando e della gara come, peraltro già censurate in parte dall'autorità garante per la concorrenza
-la dedotta illegittimità dei sub appalti delle gestione degli spazi senza gara pubblica.                        

Il Tar non si è pronunciato sulla questione decisiva della compatibilità delle attività
commerciali previste nel disciplinare con la destinazione della Villa, lasciando impregiudicata una questione da cui dipende il futuro della Villa sotto il profilo della salvaguardia della dignità del monumento e di cui già si sono visti effetti deleteri e censurati dalla cittadinanza (uno per tutti la Festa di Halloween che non si è concretizzata solo grazie alla levata di scudi dei cittadini).
 
Sulla questione della fruizione pubblica il Tar, nel confermare il principio della indispensabilità della fruizione pubblica, si limita a far riferimento agli articoli del contratto che, a suo avviso, sarebbero in grado di garantirla e rimette agli organi preposti (Consorzio) l'attività di controllo. Si è visto in più occasioni, tuttavia, come in assenza di un Comitato tecnico scientifico di indirizzo e di controllo, pur previsto nello Statuto del Consorzio medesimo, l’azione del Consorzio sia stata orientata, più che alla salvaguardia del bene, alle esigenze di concessionari e subconcessionari; a meno che non si pensi che il concetto di fruizione pubblica del bene consenta l’interdizione al pubblico di visitatori che hanno pagato un regolare biglietto, di sale date in subconcessione per attività che nulla hanno a che fare con la valorizzazione del bene, ma semmai con il suo degrado (si veda l’art. 13 del disciplinare e il trattamento che stanno subendo i parquet del Maggiolini). Noi come Comitato ci adoperemo in tutte le sedi affinchè gli strumenti
di controllo del Consorzio vengano  utilizzati coerentemente
alla normativa . In ogni caso, è certamente positivo che la sentenza lasci intendere che il concessionario  non  può fare quello che  vuole del bene avuto in concessione.
Notazione importante: la compensazione delle spese legali nonostante il
rigetto rivela una valutazione positiva dell'azione del ricorrente.
 
Non ci sentiamo affatto sconfitti e, anzi, rivendichiamo i risultati ottenuti. Primo tra tutti il fatto che al piano Belvedere non è stato realizzato il ristorante di lusso ed ora è sede  permanente della Triennale. Continueremo nella nostra azione ancor più spronati.e con l'occasione chiediamo  un incontro pubblico con il Presidente  del Consorzio e l'ex sindaco Mariani (aperto nel caso anche agli altri interlocutori-)su tutte le questioni aperte dalla sentenza.

Monza, 13 febbraio 2015

sabato 24 gennaio 2015

PETIZIONE CONTRO FINANZIAMENTI PUBBLICI ALL’AUTODROMO



La Regione intende entrare nella proprieta’ del Parco di Monza al fine, piu’ che altro, di finanziare gli importanti interventi di ristrutturazione – si parla di circa 70 milioni di euro – richiesti dalla societa’ che gestisce l’autodromo per il rilancio del circuito.
Se non concordi con questo uso di denaro pubblico a favore di un’azienda privata, non giustificato da effettivi e documentati ritorni economici per la collettivita’, sottoscrivi l’appello che il Comitato Parco Cederna consegnera’ agli Enti Pubblici coinvolti:


il testo e’ dell’appello e’ visibile al link in basso a sinistra.

domenica 4 gennaio 2015

AUTODROMO E LEGGE DI STABILITA’



Diniego del Governo alla defiscalizzazione degli investimenti, incluso quello proposto dalla Regione per “salvare” il GP. Riportiamo  la lettera aperta inviata dal Comitato ai Sindaci di Monza e Milano, al Presidente della Regione Lombardia e al Ministro delle Infrastrutture.
AUTODROMO E LEGGE DI STABILITA’
Diniego del Governo alla defiscalizzazione degli investimenti, incluso quello proposto dalla Regione per “salvare” il GP.

Lettera aperta a:

sindaco di Monza
sindaco di Milano
Presidente della Regione Lombardia
Ministro delle Infrastrutture
Monza, 30 dicembre 2014

Il Governo non ha accolto nel testo della finanziaria i sub emendamenti che avrebbero consentito a Regione Lombardia di entrare nella proprietà dell’autodromo, dunque del Parco di Monza - in virtù di uno stanziamento pubblico approvato nel dicembre 2013 e quantificato in 20 milioni di euro - in regime di esenzione fiscale, ossia risparmiando 10 milioni di euro.

La giustificazione per questa operazione, che avrebbe comportato un ingente esborso di denaro pubblico, è quella solita di dover accettare le onerose condizioni poste da Ecclestone per concedere il rinnovo del Gran Premio, in scadenza nel 2016. Tra l’altro, la cifra ipotizzata per l’investimento da parte degli Enti Pubblici (Regione e Stato) nell’autodromo pare grandemente sottostimata visto che, secondo notizie di stampa, la Sias alcuni mesi fa ha presentato in Regione un progetto di modifica delle strutture e del tracciato dell’autodromo – con l’ipotesi di pesanti interventi sugli alberi – con costi valutati in circa 70 milioni di euro.

Uno stanziamento pubblico di tale portata, ancorchè al momento in fase di stallo,  suscita non poche perplessità, in quanto non risulta giustificato nemmeno sotto il profilo del ritorno economico: da tempo chiediamo dati elaborati a consuntivo e non fantasiosamente stimati per documentare l’indotto reale e non presunto. Inoltre, è noto come l’interesse del circo della formula uno si stia sempre più spostando verso aree economicamente più vantaggiose e meno vincolate: l’ultimo esempio è quello del circuito di Baku in Azerbaijan, che debutterà proprio nel 2016.

L’eventuale ingresso della Regione nella proprietà del Parco appare a tutti gli effetti finalizzata alla tutela del circuito e non del Parco, al quale non si è dedicato che un accenno marginale in un ordine del giorno del Consiglio Regionale tutto sbilanciato a favore degli stanziamenti per l’autodromo, quando invece, secondo agronomi e amministratori, sono i boschi, le ville e le cascine del Parco quelle che avrebbero bisogno di finanziamenti.

Chiediamo quindi:

Ø      al Governo, di valutare non opportuni finanziamenti o agevolazioni onerosi per l’erario finalizzati al rilancio dell’autodromo di Monza, in un contesto economico e sociale che vede drastiche riduzioni di servizi per la collettività – cultura, scuola, sanità, trasporti – e importanti aumenti di imposte;

Ø      ai Sindaci di Monza e Milano, di non cedere alcuna quota del Parco alla Regione: la Regione è già presente nel Consorzio che statutariamente è l’ente unitario di salvaguardia e valorizzazione del complesso monumentale Villa Reale, Giardini e Parco;


Ø      alla Regione, di abbandonare i programmi di cui alla Delibera X/239 atto 3098 in approvazione dell’odg 204;

Ø      a tutti gli enti pubblici interessati, di considerare finalmente il complesso monumentale Villa Reale, Giardini e Parco come la vera ricchezza che qualifica le numerose attrattive di natura culturale, storica e ambientale che la città di Monza è in grado di offrire.


Distinti saluti


COMITATO PER IL PARCO A. CEDERNA
Il Presidente, Bianca Montrasio



giovedì 13 novembre 2014

Il restauro della Villa Reale di Monza: chi l’ha pagato e chi ci guadagna



A lavori ultimati, facciamo il punto su quanto è costato a noi tutti - non solo in termini economici - il restauro della parte centrale della Villa Reale di Monza.
> I costi effettivi del restauro non sono stati resi noti. Comunque, in base al bando, di cui il responsabile era Anton Giulio Rognoni - l’ex Amministratore Delegato di Infrastrutture Lombarde ora  indagato nell’ambito degli appalti per Expo - Regione Lombardia ha erogato 21 milioni e Nuova Villa Reale Monza spa, vincitrice del bando, guidata dall’imprenditore Navarra di Italiana Costruzioni, in sede di aggiudicazione (vedi conferenza stampa dell’allora Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, del 15 aprile 2011) avrebbe dovuto versarne 8 ma, a quanto dicono le notizie di stampa e le affermazioni pubbliche degli stessi responsabili, ne avrebbe investiti solo 4. Peraltro rileviamo che il costo iniziale stimato per gli interventi al Belvedere, ha subito senz’altro un netto abbattimento poiché originariamente era ivi previsto il famoso ristorante di lusso che avrebbe comportato ingenti costi per impiantistiche particolari e per allestimenti dedicati. Il ristorante, di modesta rilevanza, è stato poi realizzato al piano terra mentre il Belvedere è stato oggetto di interventi limitati. In corso d’opera, tuttavia, vi è stato un aumento dei costi che, secondo fonti stampa diverse sarebbe stato di 2 o 3 milioni di euro per imprevisti durante i lavori e che sono stati ulteriormente finanziati dalla Regione: abbiamo chiesto al Consorzio documentazione dell’importo e della natura degli imprevisti, ma non ci è stata data alcuna risposta in merito.
L’ingresso del privato sarebbe stato forse giustificato se i 25 milioni fossero stati a carico del concessionario e 4 milioni alla Regione, ma evidentemente lo scopo dell’operazione non era quello di sollevare il pubblico dall’investimento più gravoso. Questo non può essere un esempio virtuoso di collaborazione fra pubblico e privato, in quanto non vi sono contropartite effettive per la collettività.
> Malgrado l’esiguità del suo contributo, il privato ha ottenuto 22 anni di concessione degli ambienti più rappresentativi della Villa, lasciando solo 36 giorni non consecutivi l’anno alla piena fruizione pubblica. Questo significa che per 22 anni Nuova Villa Reale Monza spa potrà guadagnare dalla messa in subconcessione dei quattro piani centrali della Villa Reale di Monza. E non si può dire che abbia perso tempo: ha già affittato il piano terra per 15 anni a un ristorante, “Le cucine di Villa Reale”, che userà gli spazi in modo esclusivo (www.fedegroup.it/ristorante/le-cucine-di-villa-reale) e non in funzione  dell’attività  museale come prevede il Testo Unico dei Beni culturali. Un esempio: il 31 ottobre è previsto l’Halloween Private Party, in occasione del quale la Villa farà da “suggestivo contenitore” al “Night Party con DJ set dalle 23.00”, un evento del tutto avulso dal  delicato contesto in cui viene collocato e per il quale “l’organizzazione si riserva il diritto di selezione all’ingresso” (https://www.facebook.com/events/297160933812528/?fref=ts). Su tale utilizzo improprio e pregiudizievole della Villa – a oggi ci sono state già oltre 500 prenotazioni – il Consorzio si è limitato a rilevare, a posteriori e su nostra segnalazione, un "difetto" di comunicazione e non si è sentito in dovere di intervenire nel merito dell’uso oltraggioso della Villa.
Le sale storiche del primo piano nobile  sono state affittate alla Vision Plus per 9 anni (notizie stampa parlano di 300.000 € l’anno) che, a sua volta le potrà affittare a chiunque sia disposto a sganciare quattrini. Un solo esempio: il 4 ottobre, il salone delle feste è stato affittato (7-10mila €) per ospitare il primo ricevimento di nozze con gran finale di fuochi d’artificio (nei giardini che non sono in concessione ?!?!) e le altre sale sono state messe a disposizione del Salone del Wedding Reale, ovvero la fiera degli sposi.

Ma facciamo due semplici conti: è verosimile ritenere che se il primo piano nobile è stato affittato a 300.000 € l’anno, anche gli altri piani subiranno un destino analogo. Sicché l’introito annuale per il gestore potrà aggirarsi attorno ai 1.200.000,00 € l’anno. Cioè circa 100.000,00 € al mese. Così, ammesso che il privato abbia effettivamente contribuito con 4 milioni di €, in 3 o 4 anni avrà ammortizzato l’investimento con le sole subconcessioni e gli altri 18 anni saranno solo “utili”. In compenso, il Consorzio riceverà circa 5.000,00 € al mese. Ricordiamo, infatti, che il canone di concessione è di 60.000,00 € l’anno, oltre allo 0,7% del fatturato [circa 700 € al mese (1.200.000, 00 x0,7%): 12]. Per mera annotazione rammentiamo che il Piano Economico Finanziario (PEF) prevedeva importi addirittura superiori per il gestore.


Il pubblico - noi cittadini - ha tutto da perdere dalla concessione anche per altri motivi oltre a quelli economici; infatti, malgrado abbia pagato il restauro:
Ø      potrà vedere solo le parti della Villa che concessionario e subconcessionario  consentiranno di vedere e, quasi esclusivamente, pagando. Anche in questo caso non si è perso tempo:  dopo una decina di giorni di visite gratuite “gentilmente concesse”, il biglietto costa 12 € che vanno al concessionario;
Ø      per vedere le altre parti dell’ala sud restaurate (l’appartamento di Umberto I°) si deve uscire dalla Villa, percorrere una parte della corte esterna e rientrare da un’altra parte, sperando che non piova,  pagando un secondo biglietto;
Ø      gli sarà preclusa la possibilità di vedere riallestite con gli arredi le sale del primo e del secondo piano nobile perché gli affittuari non hanno evidentemente nessun interesse a occupare le sale e gli spazi  con i mobili originari, che sarebbero sì in stile con la Villa, ma non con l’ “evento” (il vero business). Non si può rischiare, inoltre, che qualche improvvido partecipante all’evento danneggi mobili, suppellettili, arazzi preziosi. Risultato: gli arredi originari recuperati e restaurati, non sono stati sistemati dove avrebbero dovuto, ma sfrattati e delocalizzati in un’altra parte della Villa. Per esempio, i mobili “alla chinese” e gli arazzi del Raineri, in perfetta sintonia con il soffitto dell’Albertolli, che arricchivano la “Sala degli Uccelli” del primo piano nobile, sono stati surclassati dai tavoli imbanditi di confetti e dai tulle della fiera degli sposi;
Ø       si deve accontentare di un restauro che sembra funzionale al solo sfruttamento commerciale. Ricordiamo, inoltre, che il primo piano nobile e il Belvedere erano già stati sottoposti a restauro a cura della Soprintendenza. Tra l’altro, che fine faranno i parquet del Maggiolini e le altre parti restaurate che dovranno sopportare l’urto dello sfruttamento commerciale degli spazi?
Ma soprattutto a perderci è la Villa stessa, spezzettata come fosse un condominio, ridotta a contenitore di usi oltraggiosi e  indegni della sua storia, deprivata della possibilità di presentarsi in tutta la sua maestosità di dimora regale.
Gli Austriaci, i Francesi, i Savoia l’avevano lasciata a noi tutti perché fosse un monumento di cultura, didattica, arte e alta rappresentanza: nell’Atto di cessione gratuita da Demanio dello Stato a Comune di Milano e Comune di Monza del complesso immobiliare denominato Villa Reale e Parco di Monza. Repubblica Italiana, Monza 4 aprile 1996, repertorio n. 8461" si dichiara  (art.6) che   "gli immobili… restano sottoposti al vincolo monumentale e paesistico", e che (art.8) "i Comuni di Milano e di Monza si impegnano a curarne la conservazione permanente ed a destinarli ad attività museali, culturali, di rappresentanza e di fruizione e conservazione del verde".
I veri “fruitori”, cioè i gestori la stanno trasformando in una “location” commerciale che consentirà loro enormi guadagni senza alcun vantaggio per il “pubblico” che pure ha pagato il restauro e ciò senza che nessuno degli enti preposti (Ministero dei Beni Culturali, Soprintendenza, Consorzio) sembri esercitare il controllo dovuto sulle attività che si svolgeranno nella Villa Reale di Monza, come dimostrano gli esempi elencati.

sabato 27 settembre 2014

precisazioni in merito al “modello” pubblico/privato seguito nel caso della Villa Reale di Monza




Nella recente visita alla Villa Reale di Monza, Philippe Daverio ha affermato che il modo con cui si è realizzato "il dialogo fortunato  e concreto tra ente pubblico e privato" nel  restauro della Villa Reale di Monza dovrebbe costituire "un modello per tutta Italia" (MBNews, 8 settembre).
La stessa cosa aveva detto l'AD Attilio Navarra di Italiana Costruzioni – di  cui Daverio è consulente – in occasione della cerimonia di fine lavori del restauro.

Ebbene, è esattamente vero il contrario: si tratta di un modello molto vecchio e che occorre augurarsi non si ripeta più. 

Una  collaborazione " fortunata e concreta" tra pubblico e privato  dovrebbe infatti svolgersi nel modo seguente:
1.  Il privato dovrebbe intervenire alternativamente: 
a. Come  "mecenate", mettendo i capitali per l'esecuzione dell'opera, e ottenendo da  questo atto di liberalità un ritorno di immagine (che non è privo di contenuti economici): ricordiamo a tal proposito l’esempio della campagna “adotta un monumento” attuata dal ministero per i Beni Culturali in Francia, che ha consentito il restauro della Galleria degli Specchi e delle statue dei Giardini di Versailles e che sta proseguendo con successo estendendosi ad altri monumenti e dimore storiche.
b. Come  esecutore materiale dell’opera, secondo le indicazioni ricevute dal pubblico dopo un regolare concorso.

2. Il pubblico dovrebbe dettare strategie e progetti ai quali il privato dovrebbe attenersi e controllare che nell'esecuzione vengano rispettati.










Nel caso della Villa di Monza nessuno di questi criteri fondamentali è stato rispettato

a. I capitali sono stati forniti per la massima parte dal pubblico (19 milioni su 24 da parte della Regione).
b. Il pubblico (il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza) non ha fornito nessuna indicazione sul restauro, su come esso si colloca in un  programma di recupero  del complesso Villa-Parco,  sulla gestione delle parti restaurate. Difatti: il Consorzio non ha mai redatto il Piano strategico e i programmi pluriennali previsti dallo Statuto; non è stato costituito il Comitato Scientifico che, sempre secondo lo Statuto, dovrebbe assistere gli organi operativi del Consorzio. 
c. Incredibilmente, è il  concessionario che si è dotato di un sedicente Comitato Scientifico, in cui rientra lo stesso Philippe Daverio che, dunque, non è un consulente super partes
d. In cambio della modesta e opinabile quota   degli investimenti fornita dal privato, questi ha ottenuto la gestione per 22 anni del corpo centrale della Villa, con la più ampia facoltà di scelta circa il suo utilizzo e con il profitto  come criterio primario di scelta.

In conclusione, il pubblico (il Consorzio) si presenta, per la gestione del corpo centrale della Villa,  come la   "mosca cocchiera" di una carrozza le cui destinazioni saranno i cavalli a sceglierle.  Non a caso, l'AD di Italiana Costruzioni ha già prospettato la destinazione della parte Nord della Villa (candidandosi naturalmente alla sua gestione): un albergo di lusso.

Circa la novità del "modello", purtroppo non esiste affatto, specialmente per quanto riguarda La Villa Reale e il Parco di Monza. E' un modello che ormai ha quasi un secolo, ed è stato disastroso per il monumento: è quello adottato per l'autodromo, il golf e le altre concessioni nel Parco storico. Sostanzialmente è una quasi alienazione e una lottizzazione del monumento. Come farà la mosca cocchiera a guidare tante carrozze?







martedì 22 luglio 2014

IL TAR RESPINGE IL RICORSO DEL COMITATO PARCO CONTRO LA SIAS



Il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso presentato nel 2008 da Comitato per il Parco “A. Cederna”, Italia  Nostra  Lombardia,  Legambiente  Lombardia  e  WWF  Lombardia  contro  la  concessione alla Sias che, dando in concessione 140 ettari di un Parco storico per 19 anni, tra l’altro, prevede:

. l’affidamento della concessione a trattativa privata senza il necessario svolgimento di una gara internazionale;
. un canone di locazione - 800.000 euro/anno, ovvero 57 centesimi al metro quadro – decisamente troppo basso rispetto alla consistenza delle strutture date in concessione e al loro utilizzo a scopo commerciale, provocando un grave danno erariale per i comuni di Monza e Milano. Il tutto senza l’obbligo da parte della Sias di fornire la dovuta cauzione finanziaria ai comuni;
. la non conformita’ alla legge quadro 447/95 sull’inquinamento acustico;
. il mantenimento con restauro delle fatiscenti sopraelevate malgrado ne fosse previsto l’abbattimento.

Dei 6 motivi di ricorso avanzati dalle Associazioni, il Tribunale amministrativo ha respinto i principali sostenendo la non legittimazione delle associazioni ambientaliste a intervenire su materie quali la gara d’appalto  prevista  dalla  legge  europea,  la  fideiussione,  il  canone  d’affitto,  come  se  le  condizioni (gestionali ed economiche) alle quali viene affidata una concessione e i contenuti che vi sono al suo interno non avessero ripercussioni sul bene dato in concessione: in questo caso i 140 ettari di un Parco storico.

Al di là di ogni opinabile considerazione giuridica, la conseguenza dei criteri adottati dalla sentenza è che ai cittadini è impedita la possibilità di chiedere a un organismo giurisdizionale il controllo di legalità e di vigilanza sulle attività della pubblica amministrazione, lasciata dunque al libero arbitrio con tutte le conseguenze che ogni giorno leggiamo sui giornali.

E dunque i cittadini e le Associazioni vanno bene quando puliscono il Lambro e i Giardini, quando
raccolgono  fondi  per  restaurare  parti  del  Parco  che  altri  distruggono  (vedi  il  Roccolo),  quando accompagnano bambini e ragazzi delle scuole a conoscere il Parco, fornendo loro gratuitamente i relativi materiali informativi, etc. , ma non vanno più bene quando cercano di svolgere la funzione vicaria  per  cui  sono  nate:  quella  di  vigilare  e  intervenire  per  salvaguardare  un  bene  collettivo sopperendo ai limiti e alle connivenze nefaste di cui siamo quotidianamente testimoni.

In generale poi gli ulteriori motivi di ricorso sono stati liquidati sulla base di argomentazioni stringate che non hanno neppure preso in considerazione dati oggettivi provati dalla copiosa documentazione presentata. In particolare:

. sulla questione del rumore e dell’inquinamento acustico non si è tenuto conto delle conclusioni
dei periti del Tribunale nella causa aperta dal Comitato Antirumore di Biassono circa i frequenti
sforamenti dei limiti di legge e si fa riferimento alla realizzazione di sistemi fonoassorbenti che
sarebbero stati da tempo introdotti ma dei quali non v’è traccia e che comunque, anche se ci
fossero, risultano del tutto inefficaci visto che il rumore continua a disturbare la quiete degli
abitanti e dei frequentatori del Parco;

. sulla  questione  dell’abbattimento  delle  sopraelevate,  non  si  scioglie  la  contraddizione  fra
strumento urbanistico e vincolo della  Soprintendenza e non  si è avuta alcuna volontà di
verificare se si era dato effettivo corso al restauro i cui tempi di realizzazione, lo ricordiamo,
sono scaduti. Il restauro infatti avrebbe già dovuto essere terminato, mentre è appena iniziato e, oltretutto, sarà, con tutta evidenza, una rinfrescatura di facciata, come conferma la dichiarazione rilasciata dai tecnici dell’autodromo al Giorno dell’11 giugno 2014, che parla di restauro del guard rail e dell’asfalto ma esclude l’intervento sulle strutture che sono pericolanti e costituiscono, anche
visivamente, un obbrobrio che il nostro Parco non si merita.

Il Tar ha anche condannato le Associazioni al pagamento di 2.000 euro di spese alla parte avversa
colpendo così le Associazioni di cittadini che volontariamente, gratuitamente, rimettendoci di tasca
propria, si impegnano per far conoscere, amare, rispettare e tutelare anche legalmente il bene monumentale rappresentato da Parco, Villa e Giardini Reale.

Pur nel rispetto della pronunzia e con la riserva di proporre l’ eventuale impugnazione , a questo
punto attendiamo che il comune faccia valere da subito i diritti derivanti dalle clausole contrattuali,
specie in ordine alle penali ivi previste, nonché un’ attività seria di controllo e verifica delle opere
sulle quali, nonostante tutto, intendiamo dire la nostra.