venerdì 18 marzo 2011

L'ERBA DEL GOLF NON E' SEMPRE LA PIU' VERDE

Nei giorni scorsi sono iniziati in lavori di abbattimento delle piante e di parte della recinzione del golf confinante con quella dell’autodromo (v. fig. 1).

L’amministrazione monzese ha proclamato che “Il Parco diventa più grande. Il golf club ha restituito 580 metri quadrati di verde ai cittadini. Per creare un corridoio di soccorso per runner e ciclisti.” (sito ufficiale del comune di Monza www.comune.monza.it)”.

Inoltre il golf club sbandiera per l'occasione anche la propria attenzione per l'ambiente. E' sicuramente apprezzabile sapere che l'impianto ha ridotto i consumi idrici e l'uso di fungicidi. Più che censurabile è la modalità di gestione dei settori boschivi di questa parte di Parco. La questione è stata ribadita più volte, anche dai tecnici che hanno steso il Piano Forestale del Parco.
I boschi del golf sono ridotti a mere piantagioni. Nelle aree boscate è stato tolto quasi completamente il sottobosco, con gravi danni per questi ecosistemi: perdita di specie, perdita di biodiversità, annullamento di importanti cicli ecologici.

Per l'ennesima volta ci tocca ripetere l'invito rivolto all’amministrazione pubblica di esigere dalla direzione dell'impianto una seria e decisa inversione di rotta. I boschi abbiano finalmente degno volto. In tema di restituzione di aree ai cittadini, rimane sempre aperta la questione del Fontanile Pelucca, prezioso elemento paesaggistico, che dovrebbe ritornare alla collettività, come molti chiedono.

Nonostante le campagne promozionali e le aperture dell'impianto verso i normali fruitori del Parco, notiamo sempre come alla gente non interessi per niente di andare a vedere chi prende a mazzate una pallina. Anzi, qualche anno fa nel giro di poche settimane noi del Comitato Parco abbiamo raccolto oltre 5000 adesioni favorevoli all'allontanamento del golf dal Parco. Purtroppo cadute nel vuoto.

Nel concreto, il lavoro consiste nello spostamento della rete di recinzione, allargando banalmente uno sterrato: di verde, questa fascia di territorio ha ben poco.

580 m2 sono assai poca cosa, rispetto alle decine di ettari (1 ettaro = 10.000 m2) che golf e autodromo hanno in concessione. Nella fattispecie si tratterebbe dello 0.06% circa dell’area in concessione.

Ma quante piante sono state abbattute o lo saranno? Alcuni organi di informazione hanno scritto 53 (Il Cittadino), altri 600 (www.vorrei.org), altri ancora 700 (www.mi-lorenteggio.com/news/11299).

La dichiarazione del comune, dal sapore di “excusatio non petita (accusatio manifesta)”, ci ha indotti a verificare. Abbiamo così visto che in realtà non tutte le piante erano pericolanti o malate. Peraltro, se così fosse stato, la zona avrebbe potuto e dovuto essere recintata in precedenza per impedirne l’accesso, come ad esempio si è fatto nei Giardini della Villa. E la situazione doveva essere nota da tempo, visto che la stessa amministrazione dichiara che tali lavori erano inclusi nell’accordo di concessione del 2009.

Il sospetto è che in realtà l’operazione abbia come scopo non quello di mettere in sicurezza podisti e ciclisti, ma di permettere una via di esodo veicolare dall’autodromo all’esterno del Parco, raggiungendo la porta San Giorgio, senza dover transitare quindi né sul viale Cavriga, né su quello di Vedano, tradizionalmente affollati.

Infatti il nuovo percorso consente di evacuare dall’autodromo attraverso la porta San Giorgio.

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